Weihong: 255 - 0 + Tea Interactive Art Installation and Performance Milan, Italy 2006
Il T’ ai Chi, è il simbolo del Yin e Yang, negativo e positivo, quel segno, ormai commercializzato ad oltranza, che sembra l’ incastro magistrale ed elegante di due spermatozoi, uno bianco con l ‘occhio nero e uno nero con l ‘occhio bianco. L’ accoppiamento dei due semi opposti produce una continua evoluzione. Il fluire costante produce I-Ching, il cambiamento. Proprio quello che accompagna inesorabilmente le nostre esistenze.
Questo è il punto di osservazione di Weihong, artista sino-americana, nata nello Shangxi cinese, che vive da anni a Houston nel Texas. Se appare ovvio che lei non vuole perdere i contatti con i fondamenti della sua cultura è molto meno ovvio come lei riesca a elaborare quel tipo d’ informazioni, fonderle con le esperienze odierne per produrre installazioni multimediali e interagire.
Lei si appropria dei simboli digitali del bianco “255” e del nero “0”, ( 255 e 0 rappresentano rispettivamente il 100 percento bianco e il 100 percento nero) e li incorpora con la cerimonia del te, lo scorrere inarrestabile dei corsi d’ acqua, brushstrokes, tea-boxes, immagini che inscatola nel web e fotografiche che per la mostra milanese ha sviluppato, in anteprima mondiale, in versione 3D.
Lei si sposta per le città del mondo fotografando i cittadini di appartenenza a diverse etnie invitandoli a prendere un tè con lei, raccoglie così i diversi umori, gesti, fisionomie, punti d’ incontro, provocazioni, ribellioni. Nutrendosi di essi, li mescola a negativo e positivo, oriente e occidente, bianco e nero, tradizione e innovazione. Raccoglie tutto nel suo nomadico “carrozzone” e l’ emanazione risultante è quello spazio di transizione, d‘ interazione dove le persone che partecipano all’ evento d’ arte diventano l’ oggetto d’ arte in continua mutazione.
“Esattamente come la vita” dichiara l’ artista.
Esattamente come dovrebbe essere l’ arte di oggi che vuole avere un senso dell‘ esistenza.
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Weihong's "255 - 0 + Tea" installation view at Galleria Carla Sozzani, Milan, 2006. (Photo Lorenzo Camocardi)
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